domenica 15 marzo 2009
Shinya Tsukamoto: Il Ferro. La Carne.
Phantom Of Regular Size- Il Fantasma Di Metallo
Giappone, 1986. Di Shinya Tsukamoto. Con Tomorowo Taguchi, Kei Fujiwara. Genere: Grottesco
Un impiegato in giacca e cravatta viene inseguito da una strana donna con una mano d’acciaio. Dopo un folle inseguimento, lui riesce ad ucciderla, ma questo comporterà all’uomo una strana mutazione, che lo trasformerà in una sorta di uomo di ferro
Cortometraggio di 18 minuti che anticipa in maniera eclatante la trama e gli argomenti proposti dall’apocalittico “Tetsuo”, vero e proprio manifesto del cyberpunk. Come per i successori, in questo corto aleggia un’atmosfera malata, in quei colori slavati e sbiaditi. Non mancano allusioni sessuali e omosessuali che sfiorano la commedia. Sconvolgente. In Italia è stato distribuito come contenuto extra del dvd del film “Haze”, sempre di Tsukamoto (7)
Le Avventure Del Ragazzo Del Palo Elettrico
Giappone, 1987. Di Shinya Tsukamoto. Con Kei Fujiwara, Nobu Kanaoka, Shinya Tsukamoto, Tomorowo Taguchi. Genere: Grottesco
Un adolescente-mutante è soggetto a scherzi dai compagni di classe per via di un palo elettrico attaccato alla sua schiena. Salvato dall’enesimo scherzo da una coetanea di nome Momo, il ragazzo la ricambia mostrandole la sua macchina del tempo, che innavertitamente si accende teletrasportando il ragazzo a venticinque anni nel futuro. Quello che vede è un mondo dominato da alcuni vampiri che vogliono privare del sole la Terra, per farlo si servono di una ragazza dormiente, Eva, che con il suo risveglio provocherà l’oscurità eterna. L’adolescente, scioccato, incontra una professoressa (Momo adulta), con la quale cercherà di sconfiggere i vampiri, portando la luce…sarà proprio il palo elettrico sulla sua schiena a salvare il mondo
Mediometraggio di pura schizofrenia, che propone tematiche care al futuro “Tetsuo”: telecamera da mal di mare, montaggio videoclipparo, follia cibernetica, rumori strazianti, colori slavati e delirio assoluto. Da vedere per conoscere appieno la saga “Tetsuo”, con una terribile metafora apocalittica di fondo. Suadente e concluso dalla scritta gioconda “Game Over”: malattia e delirio (7)
Tetsuo: The Iron Man
Giappone, 1989. Di Shinya Tsukamoto. Con Kei Fujiwara, Nobu Kanaoko, Naomasa Musata, Tomoro Taguchi, Tomoroh Taguchi, Nobu Kanaoka. Genere: Grottesco. Vietato ai minori di 14 anni. b/n
Un impiegato distinto e perbene viene investito da un’auto. Il giorno dopo, dopo essere stato inseguito da una strana donna, scopre di subire una lenta trasformazione che lo tramuterà in una creatura di metallo. Alla fine, troverà l’artefice della sua mutazione e dopo una lotta, i due si fondono
Il capolavoro del cinema giapponese anni ’80: un vero e proprio delirio telematico dove regna un’angoscia supersonica sottolineata da quell’insolito incesto di bianco e nero sporco. Montaggio supersonico e velocissimo ,un pizzico di sci-fi, un pizzico di horror, un po’ di splatter-gore e un sacco di atmosfere oniriche e sconvolgenti son oalla base di questo immancabile e imprescindibile piccolo film (solo 67 minuti) di struggenti perversioni, dove la telecamera è affetta da crisi epilettiche e pazzia improvvisa. Indimenticabile il pene che si trasforma in trivella! (10)
Hiruko The Goblin
Giappone, 1991. Di Shinya Tsukamoto. Con Hideo Murata , Kenji Sawada , Masaki Kudou. Genere: Horror
Un archeologo appassionato di paranormale riceve una lettera da un vecchio compagno di scuola, ora docente in un liceo giapponese che gli chiede di venire assolutamente nella sua scuola. Il figlio del professore, intanto, indaga sulla scomparsa del padre e della fidanzata e dopo la morte degli amici comincia ad indagare con l’archeologo, scoprendo che la scuola è costruita su un tumulo di spettri, dove giace un goblin…
Insolita pellicola tra macabro, splatter e risate di Tsukamoto, realizzata su commissione per realizzare il sequel di Tetsuo. I tocchi di genio del maestro sono presenti e feroce nel loro delirare, ma la pellicola resta uno dei punti minori della sua cinematografia: troppo lineare, convenzionale, manieristico e poco delirante. Si rifà sugli splatter americani anni ’80 e non riesce a sorprendere. Si può vedere comunque. Piacevole. Che finale assurdo!(6.5)
Tetsuo II- Body Hammer
Giappone, 1992. Di Shinya Tsukamoto. Con Tomorowo Taguchi, Shinya Tsukamoto, Nobu Kanaoka, Sujin Kim. Genere: Grottesco. Vietato ai minori di 14 anni.
Degli Skinheads rapiscono il figlioletto ad un timido impiegato occhialuto, con un trauma infantile alle spalle. Quando gli rapiscono anche la moglie, l’uomo addolorato cerca di vendicarsi, ma viene trascinato in un laboratorio dove viene sottoposto ad esperimenti…e pian piano diventa metallo
Sequel a colori del capolavoro “Tetsuo”, segue una storia molto più lineare rispetto alla precedente, ma assolutamente non è meno assurda: nonostante la più coerenza della storia, questo sequel è riuscitissimo ed è un degno seguito, nonostante non raggiunga il primo. Lo splatter regna ancora sovrano, ma non mancano la poesia e la giocosità visiva di un regista sempre sublime (8)
Tokyo Fist
Giappone, 1995. Di Shinya Tsukamoto. Con Shinya Tsukamoto, Kaori Fuji. Genere: Drammatico. Vietato ai minori di 14 anni.
Tsuda e Kojima sono due ex compagni di liceo che si odiano. Il primo lavora alle assicurazioni, il secondo è un pugile professionista. Si incontrano e il vecchio rancore tra i due si riaccende, quando Kojima sedurrà la fidanzata di Tsuda, la quale lo lascerà per mettersi con Kojima…
Film strambo, assurdo e schizofrenico. Tsukamoto abbandona l’horror per gettarsi in un film drammatico con sfaccettature grottesche: i colori slavati, lo splatter esplicito e la pulsione erotica dominano sovrani con un montaggio serrato e adrenalinico. Inizio quasi da commedia e proseguimento dai tanti sconvolgimenti: malinconia, solitudine, odio e pessimismo dominano sull’allegria e il film non può non prendere risvolti folli. Non male. (7.5)
Bullet Ballet
Giappone, 1998. Di Shinya Tsukamoto. Genere: Drammatico. Vietato ai minori di 14 anni. b/n
Goda è un timido pubblicitario che, sconvolto dall’improvviso e insensato suicidio della fidanzata comincia ad ossessionarsi all’arma da lei usata per togliersi la vita: una pistola Chief Special. Vagando di notte per Tokyo, viene braccato da una banda di teppisti che lo picchiano selvaggiamente e lo derubano, tra questi c’è Chisato, una ragazza dagli impulsi suicidi. Ferito, Goda cercherà di procurarsi una Chief Special per vendicarsi
Uno dei capolavori di Shinya Tsukamoto: fotografato in un bianco e nero algido e frenetico come la metropoli malata di Tokyo, “Bullet Ballet” è un racconto straziato che sta sul confine di vita e morte, sulla vendetta e sull’ossessione: un vero e proprio urlo alla libertà e alla vita, che trova la bellezza in scene significative e superlative: Chisato che apre le braccia sulla banchina della stazione e si lascia sfiorare dal treno in corsa è un vero e proprio inno alla libertà, così come l’incredibile e superba corsa finale incrociata. Da vedere assolutamente. (10)
Gemini
Giappone, 1999. Di Shinya Tsukamoto. Con Masahiro Mokoi, Ryo, Tomoro Taguchi. Genere: Thriller-Horror
primi del ‘900. Yukio è un ricco medico che vive isolato in una villa, lontana dalle baracche dei poveri, che pensa siano fonte di contagi, pericoli, infezioni e violenze. In quella casa vivono con lui sua moglie Rin, i genitori di lui e la servitù. Ma strane cose accadono quando i genitori muoiono improvvisamente e Yukio viene gettato nel pozzo del giardino da una presenza sconosciuta: un altro Yukio che si sostituisce al vero. Qual è il segreto che aleggia nella famiglia di Yukio?
Tratto da un racconto dello scrittore di horror Rampo (da molti considerato l’Edgar Allan Poe orientale), “Gemini” è un film con le palle: più avanza e più toglie il fiato in quelle inquadrature stupende, in quei colori appariscenti e sublimi. Tsukamoto abbandona le riprese frenetiche dei film antecedenti a “Bullet Ballet” e punta sui piani fissi o movimenti lenti e sul gioco della fotografia: colori freddi per l’ambulatorio e per la casa di Yukio e colori caldi, caldissimi per le baracche dei poveri. La storia, agghiacciante, suadente, sorprendente, con un colpo di scena senza fiato è solo una componente aggiuntiva e ulteriormente bellissima di questo capolavoro del genere. (10)
Snake Of June
Giappone, 2002. Di S. Tsukamoto. Con Y. Koutari, Asuka Kurosawa. Genere: Erotico. Vietato Ai Minori di 14 anni.
Reiko è una donna timida che lavora in un centro di igiene mentale e che è sposata con un uomo che non osa mai toccarla. Un giorno Reiko riceve a casa delle fotografie che la ritraggono mentre si masturba: riceverà i negativi solo se seguirà al telefono le indicazioni del suo persecutore: “Non ti chiedo di fare sesso, ti chiedo di fare ciò che vuoi!”. L’iniziale paura della donna, riuscirà, però, finalmente ad unire i due coniugi, che nel finale, possono esprimere il loro desiderio erotico
Devastante capolavoro di Tsukamoto, uno dei suoi migliori in assoluto: filmato in bianco, nero e blu, in esigui 77 minuti. La passione, la pulsione erotica, l’incapacità di soddisfare i propri desideri si fondono con la passione della fotografia e trovano l’apice in un’opera suadente e poetica, dove il regista cerca di “trovare la purezza all’interno della perversione”. Indimenticabile la protagonista che si masturba nuda, sotto la pioggia, mentre il misterioso persecutore la seduce da lontano con i flash della macchina fotografica. Devastante, suadente, romantico. Assolutamente da vedere. (10)
Vital
Giappone, 2004.Di Shinya Tsukamoto. Con Tadanobu Asano, Kiki, Nami Tsukamoto. Genere: Drammatico.
In seguito ad un incidente stradale, lo studente di medicina Hiroshi ha perso la memoria: mentre la sua mente pian piano ne ricostruisce i ricordi, una sua bellissima compagna di corso dagli impulsi suicidi comincia ad avere un’ossessione insana per lui. Hiroshi non la desidera: vuole ricordarsi della sua ragazza, Ryoko, morta nel medesimo incidente stradale in cui lui aveva perso la memoria. Si avvicina quindi alla famiglia di lei, per ricordarla, ma scopre che il suo cadavere è lo stesso che sta dissezionando all’università nel corso di medicina.
Tsukamoto abbandona le perversioni di “Snake Of June” e ritorna nuovamente al colore, dimenticando completamente le sue inquadrature epilettiche, puntando sempre su piani sequenza e inquadrature lente. Pochi i dialoghi, tanta la bellezza visiva, stupendo il lavoro sulla fotografia, sublime e profonda. Indimenticabile la danza sfrenata di Ryoko sulla spiaggia. Superbi gli attori, bellissima la storia e la sceneggiatura. Non il migliore Tsukamoto, ma da vedere. (9.5)
Haze
Giappone, 2005. Di S. Tsukamoto. Con S.Tsukamoto, Kaori Fuji. Genere: Horror. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
Un uomo si risveglia in uno strano ed oscuro labirinto: non sa né come ci è finito né come uscire. L’ambiente è così angusto che è costretto a strisciare, fino a che l’uomo non incontra una donna, anch’ella prigioniera. Decidono di trovare un metodo di fuga. Insieme
Medio metraggio di 50 minuti, oscuro e claustrofobico: atmosfere sospese, dialoghi scarni, girato in digitale. Shinya cita sé stesso: il tubo attraverso i denti, come in “Tetsuo”, ma sorprende sempre con uno stranissimo e assurdo finale che non dà risposte, non dà colpi di scena: sembra tutto creato dal fato, senza un senso preciso se non per volere il destino. Della serie: dalle tragedie, anche le più terribili, può nascere l’amore, destinato a durare in eterno. Kaori Fuji, già presente in “Tokyo Fist” è superba. (9)
Nightmare Detective
Giappone, 2006. Di Shinya Tsukamoto. Con Ryuhei Matsuda, Hitomi. Genere: Horror. Vietato Ai Minori di 14 anni.
A Tokyo due misteriosi suicidi alimentano la curiosità della polizia, tra cui spicca la bellissima Keiko, che scopre che entrambe le vittime prima di morire, avevano chiamato lo stesso numero di cellulare registrato con il numero “0”. Scoprirà che le vittime vengono uccise in sogno e per incastrare lo strano assassino, la donna contatterà un uomo (il nightmare detective) in grado di entrare nei sogni della gente)
Film dalla trama lineare, ma visivamente bellissimo e sorprendente, è forse uno degli horror più originali e belli mai realizzati: il tocco di Tsukamoto si vede benissimo e, nonostante la trama sembri cadere nello stereotipo non delude, ma anzi: sconvolge fino all’inverosimile e, con grandi quantità di gore e la bellezza della cantante giapponese Hitomi (anche bravissima attrice!) il film diventa davvero gustoso e non ha il solo scopo di spaventare o di scioccare, ma anche di riflettere profondamente sul legame tra vita e morte e sul desiderio di morire. Capolavoro del genere horror, indimenticabile l’ultima mezz’ora, una vera e propria follia dal punto di vista visivo e narrativo (10)
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