domenica 15 marzo 2009
La Saga "The Ring"
Ring
Giappone, 1998. Di Hideo Nakata. Con Matsushima Nanako, Nakatani Miki. Genere: Horror
Una videocassetta con immagini inquietanti uccide chiunque la guardi dopo sette giorni dalla sua visione. È quello che capita a Tomoko, una adolescente nipote della giornalista Asakawa, che con l’ex marito Ryuji si mette ad indagare, dopo aver preso visione della videocassetta. Hanno sette giorni per scoprire il mistero, sette giorni in cui tenteranno di porre fine alla catena di omicidi…
Tratto dal libro omonimo di Koji Suzuki e rifatto negli USA nel 2003 con titolo “The Ring” (un buon remake, ma decisamente inferiore rispetto all’originale, con una Sadako- qui Samara- transessuale), questo è il capolavoro imprescindibile della new wave horror giapponese: il vero caposaldo che darà origine ad imitazioni (orientali e non), scopiazzature, causando un vero e proprio movimento di culto non ancora terminato. Diretto dall’osannato Hideo Nakata (il cui miglior film, insieme a “Dark Water” è sicuramente questo “Ring”), “Ring” è l’unione perfetta tra terrore e folklore. Una storia incredibilmente ben strutturata e realizzata, coinvolgente fino all’inverosimile e con trovate che fanno saltare dalla sedia (l’incredibile colonna sonora che arriva all’improvviso con quei violini vorticosi e, soprattutto, l’occhio di Sadako che resta impresso per giorni), tra cui spicca sicuramente la celebre scena del televisore. Attori bravissimi, emozionali. Spaventa in modo impalpabile e struggente, inchiodando alla sedia, senza l’ausilio di neanche una goccia di sangue. (10)
Spiral
Giappone, 1998. Di Joji Iida. Con Sato Koichi, Nakatani Miki. Genere: Horror
Riuji Takayama è morto. Un suo amico, ora chirurgo realizza un autopsia sul corpo, chiedendosi quale possa essere la causa della sua morte. Indagando scopre l’esistenza di una videocassetta, in grado di uccidere chiunque la veda
Pessimo sequel di Iida, che tenta di adattare allo schermo il romanzo di Koji Suzuki “Spiral”, sequel del romanzo “Ring”. Iida, però, non possiede il brio di Nakata e dirige un film piatto e noiosissimo, privo di verve, né di brividi. Non c’è nulla, nulla, nulla. Il film scorre ma non ce ne accorgiamo appiattito su immagini prive di senso, luoghi comuni, dialoghi insensati. Si salva giusto giusto la scena finale con una Sadako malandrina e molto, molto sexy (!) che tenta di sedurre il chirurgo (!). solo una buona trovata in un film che merita di essere gettato nel dimenticatoio. Forse addirittura peggiore di “Ring 2” (3.5)
Ring Virus
Corea Del Sud, 1999. Di Kim Dong- Bin. Con Shin Eun-Kyung, Lee Seung-hyeon. Genere: Horror
Quattro ragazzi muoiono misteriosamente dopo aver visto una videocassetta. La zia di una delle vittime indaga con un chirurgo, arrivando fino ad un isoletta, dove scopra la presenza di una maledizione e di una strana bambina ermafrodita: Eun-Suh
Remake coreano di “Ring”, realizzato un anno dopo l’uscita del precedente, approfittando dell’enorme successo del suo illustre predecessore nipponico. Questa versione punta meno sulla paura e i brividi tentennano, ma è un film sicuramente più fedele al romanzo di Suzuki, riflettendo sulla natura assessuata (particolare importantissimo, non presente né nella versione di Nakata, né nel remake americano di Verbrinski) di Sadako, qui Eun-Suh, interpretata da una debuttante Bae Dun-Na (ora famosissima attrice coreana, presente in “Mr. Vendetta”, in “Linda Linda Linda”, in “Saving My Hubby” e molti altri). Un film molto fedele riguardo alla trama, seppur con leggere variazioni (un figlio anziché una figlia, un chirurgo anziché l’ex marito), molto ben fatto. A volte vuoto che pare realizzato con una fretta assurda, ma il cui prodotto finale è sicuramente più che convincente. Ottimo. (8)
Ring 2
Giappone, 1999. Di Hideo Nakata. Con Nakatani Miki, Sato Hitomi, Fukada Kyôko, Kohinata Fumiyo, Ishimaru Kenjiro, Yanagi Yûrei, Otaka Rikiya, Numata Yoichi, Matsushima Nanako. Genere: Horror
Mai Takano, l’assistente di Ryuji Takayama, decide di indagare sulla morte del professore, tentando di scoprire dove possa essere la giornalista Asakawa del primo film, che pare scomparsa con il figlio Yoichi, una volta che vengono ritrovati i corpi morti dei suoi genitori… quando Mai scopre l’esistenza di una videocassetta assassina inizia l’incubo
Nakata, regista del primo film, tenta di nascondere la pochezza infinita dell’orrendo “Spiral”, passato inosservato, e odiato sia da pubblico che da critica, con la prosecuzione del suo capolavoro. La risoluzione di alcuni misteri che prendevano parte nel primo “Ring”, con il relativo finale aperto ai sequels lasciava pensare ad un buon film, una buona prosecuzione. Ma là dove “Ring” si faceva sconvolgente, “Ring 2” cade letteralmente a pezzi: poche e brutte le idee, pessima l’idea di far morire Asakawa a metà film. Hideo Nakata cerca di stravolgere la trama del primo film con soluzioni incredibili, ma finisce con il realizzare un film deludente sotto ogni punto di vista. Si risolleva in un arguto finale : la scena all’interno del pozzo è da antologia, così come la scena finale, che pare anticipare una scena di “Two Sisters”, quello sì un capolavoro. Nakata mostra sapientemente la sua perizia, ma finisce per deludere, forse, anche sé stesso. Svogliatissimo, si capisce lontano un miglio che è stato realizzato per i soldi, approfittando dell’esorbitante successo del primo capitolo. (5)
Ring 0- Birthday
Giappone, 2000. Di Norio Tsuruta. Con Nakama Yukie, Tanabe Seiichi, Tanaka Yoshiko, Aso Kumiko, Mizukami Ryûji, Wakamatsu Takeshi, Okunuki Kaoru, Ban Daisuke, Takahata Junko, Masako. Genere: Horror.
Sadako Yamamura, figlia di una medium suicida, è un’attrice di teatro con l’incredibile dono di uccidere usando il pensiero. Mentre alcuni suoi colleghi cominciano ad avere degli incubi riguardanti un pozzo, Sadako ottiene il ruolo della protagonista dopo la morte dell’attrice che avrebbe dovuto interpretare il ruolo principale. Subito si acquista le diffidenze degli altri attori, ma Sadako viene lodata per la sua eccezionale bravura nel recitare, quando iniziano ad accadere cose strane e terribili all’interno del set…
Prequel di “Ring”, affidato al regista giapponese Norio Tsuruta, che ha firmato film orrendi quali “Scarecrow” e passabili come “Premonition”. Con questo “Ring 0”, però, ha dato il meglio di sé stesso: ha saputo creare con originalità il passato di Sadako, senza mostrarla come un mostro o uno spettro, ma come una ragazza comune con la passione per il teatro. Tutto questo realismo, però, è accompagnato dall’incubo, ovviamente. E questo, nonostante il cattivissimo difetto dell’illogicità e dalla confusione di parecchie parti, è sicuramente un episodio interessante, con buone punte splatter sul finale (impensabile per la saga “Ring”, più propensa alle atmosfere che al sangue!). Un episodio carino, non certo perfetto, ma riuscito, imperdibile per tutti gli amanti della saga “Ring” (6.5)
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