domenica 15 marzo 2009

Orrore DaglI Occhi A Mandorla: Guida Ai Film Horror Asiatici



Carved- Slit Mouthed Woman

Giappone, 2007. Di Koji Shirashi. Con Kato Haruhiko, Sato Eriko, Kawai Chiharu, Kuwana Rie, Matsuzawa Kazuyuki, Mizuno Miki, Saaya, Sakagami Kaori, Takizawa Ryoko. Genere: Horror. Durata: 90’. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
Una macabra leggenda urbana comincia a circolare nelle scuole di una cittadina del Giappone: una donna dalla bocca sforbiciata, in mantello, uccide bambini e adulti con delle grandi forbici. All’inizio ciò che sembra una stupida storia di terrore, si trasforma in realtà: un bambino viene rapito sotto gli occhi degli amici terrorizzati, da una donna dalla bocca sforbiciata. Le scuole cominciano a chiudere e la maestra Yamashita, con l’aiuto di un collega, che si scopre essere il figlio della vera donna dalla bocca sforbiciata, tenterà di porre fine al mistero e alle uccisioni!
Koji Shirashi, geniale mente del capolavoro horror “Noroi”, torna a filmare con il suo estro sempre originale e lo fa con un po’ di sarcasmo e grottesco humor, compiendo una storia macabra, ma originale e seducente. Le atmosfere oscure e paurose che sa evocare, il gore-splatter piene di genio. Koji Shirashi non prova pietà e realizza un film sconvolgente, ma estremo, che riflette sull’amore materno in modo profondo, pronto a scagliarsi contro un incubo invisibile e inarrestabile. L’immortalità del male secondo uno dei registi giapponesi più originali degli ultimi anni. Il vero maestro del brivido!! Dario Argento…chi??? (9.5)

Arang
Corea Del Sud, 2006. Di Ahn Sang-hoon. Con Choo So-yeong, Jeong Won-jung, Kim Ok-bin, Lee Dong-Wook, Lee Jong-su, Song Yun-ah. Genere: Thriller- Horror. Durata: 98’
la giovane detective Syeong-Eo indaga con il suo giovane ed esuberante assistente Hyunsik sulla morte di alcuni uomini che prima di morire sembrano essersi collegati ad uno strano sito internet dove compare una casa di sale. La detective scopre che diverse leggende urbane circolano su una casa di sale e trova nello stomaco di un cane morto una videocassetta, dove viene filmato lo stupro di una ragazza, la stessa ragazza che compare sulle foto di quello strano sito…
Ahn Sang-hoon debutta con un thriller coinvolgente ed originale, caricato con ottimi attori e una trama ben strutturata, ricca di colpi di scena. C’è l’inserimento del tema sovrannaturale, ma è ben dosato in una storia più puntata verso il thriller che sull’horror. c’è la paura, attraverso scatti improvvisi e la creazione della tensione con una suspense davvero notevole. Essa si presenta in luoghi impensabili ed originali, come un autolavaggio. Decisamente influenzato e ispirato da “Shutter” (semi copiata la scena della fotografia ad un gruppo di persone, tra cui appare un fantasma), ma “Arang” sa comunque coinvolgere per la sua incredibile originalità e la cura dei particolari minimi, che ne danno un taglio thriller davvero riuscito, concludendo in un colpo di scena inaspettato ed efficace. Promosso. (9)

Sick Nurses

Thailandia, 2007. Di Piraphan Laoyont, Thatsaporn Siriwat. Con Dollaros Dachapratumwan, Wichan Jarujinda, Kanya Rattanapetch, Chidjan Rujiphun, Chon Wachananon, Ocha Wang. Genere: Horror. Vietato Ai Minori DI 14 anni.
Un dottore e sette infermiere decidono di fare soldi con la vendita di organi. Un giorno la tensione degenera tra le fanciulle: l’amante del dottore comincia a dare segni di gelosia e viene immobilizzata e fatta a pezzi. Non sanno però, che il suo spirito è pronto per una violentissima vendetta
È proprio vero, da quando il capolavoro horror “Shutter” ha avuto un incredibile successo in tutto il mondo la Thailandia non si ferma più e continua a sfornare horror sempre più originali e bizzarri. Questo piccolo capolavoro del genere horror è una vera e propria goduria per gli occhi grazie allo splatter originalissimo! (non dimentichiamo la celebre scena della borsa cucita sulla testa di una delle infermiere), alla fotografia bellissima e da alcune scene piccantine, ma soprattutto per le stesse infermiere succinte, destinate ad entrare nelle fantasie erotiche dello spettatore maschile. E non dimentichiamo che anche lo stesso fantasma non è la solita bruttissima Sadako, ma è una sexy panterona nera! Uno dei migliori horror sfornati dalla Thailandia dall’epoca di “Shutter”. Da vedere! (8.5)



Two Sisters
Corea Del Sud, 2003. Di Kim Jee-Won. Con Kim Kap-su, Yum Jung-ah, Lim Su-jeong, Mun Geun-yeong, Lee Seung-bi. Genere: Horror
Due sorelle traumatizzate dalla morte della madre, dopo un periodo di cure mentali, ritornano alla casa in campagna dove incontrano la matrigna da loro odiata tanto. All’interno della famiglia riunita si creano, quindi, dei contrasti che porteranno una tensione ai livelli massimi, rafforzata soprattutto da inquietanti presenze che si aggirano per la casa..
Capolavoro assoluto del genere horror dove non c’è il pretesto di spaventare, ma di anche ammaliare: il film, infatti, si lascia cullare dalla poesia, enfatizzando una bellezza visiva inimitabile! Una regia ingegnosa, poi, fa il suo corso e gli ottimi attori imbandiscono ancor più di bellezza quest’opera imprescindibile, dove non mancano parecchi colpi di scena che lasciano senza fiato! Spaventoso, sanguinolento e poetico. Un horror unico, inimitabile e sublime. Da vedere assolutamente. (10)



Phone
Corea Del Sud, 2003. Di Ahn Byeong-Ki. Con Ha Ji-won, Kim Yu-mi, Choi Woo-jae, Choi Ji-yeon, Eun Seo-woo, Choi Jeong-yun. Genere: Horror. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
Una giornalista che si è occupata dello smascheramento di alcuni pedofili,cambia numero di cellulare e città perché soggetta a diverse minacce. Questa decisione, però, la porterà dritta nell’incubo: comincerà, infatti, a ricevere tantissime telefonate piene di grida e suoni agghiaccianti. Quando la figlia di una sua amica risponde al suo posto ad una di queste chiamate, la bambina comincia ad affezionarsi in modo ossessivo al padre e il misterio si infittisce. La giornalista decide, dunque, di indagare
Avvincente. Un film davvero ben fatto, più volte sottovalutato e definito manieristico, “Phone” è in realtà un film con una storia ben strutturata e una dozzina di scene che fanno saltare dalla sedia. Sorprendenti sono i colpi di scena inaspettati e il tentativo di parlare di una love story a sfondo horror è ancora più riuscita. Ahn Byeong- Ki crea, finalmente, un ottimo horror struggente, dopo un paio di film veramente poco riusciti. Perfetti gli attori, ma soprattutto la bambina che mette assolutamente i brividi nella scena in cui si getta dalle scale dopo urla lancinanti! Se lo vedete in lingua originale e non doppiato in italiano, poi, quella scena vi sembrerà ancora più inquietante. (8.5)

The Red Shoes
Corea Del Sud, 2005. Di Kim Yong-Gyun. Con Go Su-hee, Kim Hye-su, Kim Seong-su, Lee Eol, Park Yeon-ah. Genere: Horror. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
Sun-Je, reduce dal divorzio del marito, si trasferisce con la figlia in un appartamento fatiscente. Un giorno, in metropolitana, trova un paio di scarpe rosse che attraggono morbosamente la sua attenzione. Le prende, inconscia del fatto che sono un potente strumento di morte che trasportano un rancore che affonda nel passato…una nefasta maledizione che colpirà anche la sua bambina
Bello. Originale, seducente, davvero bello. Un film horror originale, struggente, coinvolgente e ricco di colpi di scena. La regia e la fotografia artistiche rendono questo “Red Shoes” ancora più piacevole e spaventoso. Non mancano gli spaventi, ma nemmeno un po’ di love story e un pizzico di humor nero. Kim Yong- Gyun sa bene come giocare le sue carte e realizza una ghost story mai banale e manieristica e la solita Sadako non è una macchietta come tutte le altre: è la protagonista di un film esistenziale, oscuro e fascinoso con un finale interpretabile, ma terribilemente seducente. (10)



The Doll Master
Corea Del Sud, 2007. Di Yong-Ki Jeong. Con Yu-Mi Kim, Eun-Kyeong Lim, Hyeong-Tak Shin. Genere: Horror. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
In un’antica villa isolata nel bosco, vengono accolte cinque persone per posare per una famosa scultrice di bambole. Presto però, dopo alcuni strani avvenimenti, gli ospiti iniziano a morire uno dopo l’altro. Mentre gli altri cadono nel panico, due di loro (un’altra scutrice e un fotomodello) cercano di risolvere il mistero…
La prima volta che lo vidi mi sembrò una cretinata, poi sta mattina ho avuto il coraggio di rivederlo doppiato in italiano (prima l’avevo visto in lingua originale con sottotitoli in francese), perché dai miei genitori mi è stato regalato il dvd! Incredibilmente trovato a Milano! E io che pensavo che non fosse uscito in Italia! Dunque…dicevo…inizialmente mi sembrava una cretinata, poi rivedendolo con più attenzione, ne ho saputo apprezzare le sfaccettature poetiche, le ottime ambientazioni. Mi è piaciuto molto anche il fatto che la convenzionale Sadako che appare e scompare in realtà non esista (!), ma che in realtà sia… ok, non vado oltre…non voglio rovinarvi la sorpresa.
“The Doll Master”, dunque, è un buon film horror, nonostante il mio pregiudizio iniziale, che intrattiene senza troppe pretese ma che ha un’alta dignità artistica (basti pensare al superbo finale, dove una bambola viene gettata in un giardino) e poetica. I personaggi della liceale e dell’esuberante fotografo, poi, cospargono una riuscita patica umoristica. Davvero molto ben fatto e riuscito, con un’ottima fotografia e degli attori davvero bravi. Per gli amanti dello splatter poi, c’è una chicca: la scena della morte della ragazzina, mentre è seduta sul water è da antologia! (7.5)

Dark Water
Giappone, 2003. Di Hideo Nakata. Con Kuroki Hitomi, Kanno Rio, Oguchi Mirei, Mizukawa Asami. Genere: Horror
Reduce da un tormentato divorzio, la casalinga Yoshimi Matsubara si trasferisce con la figlia in un appartamento fatiscente e pieno di perdite d’acqua. L’incubo inizia quando la piccola Ikuko trova una borsa rossa sul tetto del condominio: da quel momento, infatti, la bambina comincerà a comportarsi in modo strano e pare abbia cominciato ad avere un’amica immaginaria. La madre, intanto, scopre che nelle vicinanze del condominio, alcuni anni prima era scomparsa una bambina
Reduce della saga “Ring”, il regista Hideo Nakata ritenta con il suo genere più riuscito: l’horror. E rinuncia a qualsiasi scena violenta, puntando solamente sulle atmosfere oscure e acquatiche. La solita bambina dai capelli lunghi questa volta non prova dolore o vendetta, vuole essere capita ,vuole l’amore. È una Sadako infantile, completamente diversa dalla sua illustre collega. Il film è più che riuscito e dimostra un talento visivo davvero impareggiabile. Attori come Kuroki Hitomi o la piccola Kanno Rio poi, sanno ancora di più rendere cristallina quest’opera così fredda e oscura. Ancora complimenti alla bambina attrice: forse una delle poche bambine a non essere insopportabili in un film horror! Altro che quel cretino di Aidan nel remake americano di “Ring”. (8)

Reincarnation
Giappone, 2005. Di Takashi Shimizu. Con Yasutoki Furuya, Atsushi Haruta, Hiroto Itô, Karina, Mantarô Koichi, Marika Matsumoto. Genere: Horror. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
1970: Un uomo massacra la sua famiglia in un albergo, in modo violento e non risparmia nemmeno i camerieri e gli altri clienti dell’hotel.
2005: Il regista Matsumoto vuole mettere in scena quella strage, ma quando le riprese cominciano l’attrice protagonista del film comincia a vere strane visioni e ad avvertire inquietanti presenze: ad ossessionarla è la figura di una bambina con una bambola menomata che sussurra: “per sempre insieme”

Takashi Shimizu, creatore del classico “Ju-On” decide di togliersi di dosso l’etichetta di “regista di The Grudge” con questo stranissimo film dell’orrore dal sapore sperimentale. È infatti molto ricercata la regia e soprattutto la fotografia (che varia di intensità a seconda che sia sogno o realtà). Takashi Shimizu centrifuga tutti i generi possibili del cinema d’orrore e crea una sorta di “Shining” orientale, dove undici fantasmi-zombie si aggirano per i corridoi, ma dove invece la realtà è un’altra. Un film pieno di sfaccettature e con qualche buon attimo di tensione e terrore (indimenticabile la scena finale della bambola che cammina scricchiolando verso la protagonista impaurita, che si punta un pezzo di vetro alla gola). Forse difficilmente comprensibile al pubblico occidentale (il film gioca sulla credenza orientale della reincarnazione), ma comunque godibile. Ah! Cosa nuova di Nakata è l’uso massiccio di scene sanguinolente…sembra completamente dimenticata l’inquietudine dolente priva di sangue di film come “Ju-On”…o no? (7.5)

Premonition
Giappone, 2004. Di Norio Tsuruta. Con Daisuke Ban, Maki Horikita, Hana Inoue, Hiroshi Mikami, Mayumi Ono, Noriko Sakai. Genere: Horror.
Un uomo, di ritorno da una gita con la moglie e la figlia, decide di fermarsi in una cabina telefonica. Proprio lì troverà uno strano pezzo di giornale che annuncia la morte della propria bambina. L’uomo si volta e assiste impotente allo schianto della sua auto procurato da un tir. La moglie si salva appena in tempo, la bambina muore. Tre anni dopo l’uomo continua ad essere tormentato dalle premonizioni del giornale maledetto, fino a quando pensa che può cambiare il futuro per salvare delle vite…ma non sarà così semplice
“Premonition”: Premonizione. La premonizione è un tema ricorrente nel cinema horror, soprattutto occidentale (“Final Destination”) e persino la trovata del giornale (basti pensare alla Serie TV “Ultime Dal Cielo” o al film “Accadde Domani”), ma Tsuruta, regista di “Ring 0- Birthday”, gioca bene le sue carte e realizza una favola horror non disprezzabile, densa di un’atmosfera impalpabile e acquatica, avvolta in una fotografia fredda, tendente al color crema. Non fa paura, non c’è un minimo di tensione né di colonna sonora, ma il film riesce comunque a creare una forte inquietudine nello spettatore. Ottimi gli attori, bruttino il doppiaggio italiano. Non è un capolavoro, non è neanche un film bellissimo, ma conserva i suoi momenti di unicità, testimoni del talento visivo di un regista che deve ancora saper emergere completamente (7)



Shutter
Thailandia, 2004. Di Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom. Con Ananda Everingham, Natthaweeranuch Thongmee, Achita Sikamana, Achita Wuthinounsurasit. Genere: Horror
Tun e Jane sono due fidanzati che, di ritorno da una festa dove hanno bevuto troppo, investono una donna che stava attraversando la strada. Terrorizzati, decidono di tornare indietro, ma ben presto nelle fotografie scattate da Tun cominciano ad apparire strane ombre e luci e viene perseguitato da qualcosa di misterioso. Jane, intanto, da inizio ad una indagine personale, mentre tutti gli amici di Tun iniziano a suicidarsi l’uno dopo l’altro
La Thailandia è una terra spesso sottovalutata per il suo cinema, non certo riconosciuta dal mondo occidentale per la sua settima arte. Eppure è la Thailandia a realizzare un capolavoro assoluto della cinematografia horror: “Shutter”. Una storia complessa, ma facilissima da seguire, dove si muovono presenza oscure appartenenti al passato. Colpi di scena che tolgono il fiato, spaventi e salti dalla sedia continui, qualche tocco d’humor (indimenticabile il transessuale nel bagno! Uauahaua) e alcune belle scene splatter. Un film che deve essere assolutamente guardato da tutti gli amanti del genere e non. Il finale è pura poesia. Incredibile (10)



Dream Cruise- Crociera Di Sangue
Giappone/USA, 2006.Di Norio Tsuruta. Con Ryo Ishibashi, Yoshino Kimura, Daniel Gilles. Genere: Horror. Durata: 57’
Jack è un avvocato americano con il terrore dell’acqua a causa di una tragedia passata. Vive ora a Tokyo da molti anni ed ha conosciuto Eiji, il suo cliente maggiore e sua moglie Yuri, del quale si innamora. Eiji, notando gli incontri segreti tra Jack e Yuri decide di invitarli entrambi per una gita in crociera, dove da una piccola tensione inizia il vero terrore…
Mediometraggio realizzato per la serie horror “Masters Of Horror”, diretto dal celebre regista nipponico horror Norio Tsuruta (“Ring 0- Birthday”, “Premonition”, “Scarecrow”). Tsuruta dirige con maestria un film dove non rinuncia agli spiriti folkloristici orientali, dove non mancano i fantasmi femminili, ma lo fa in modo da farlo gradire anche al pubblico occidentale, più propenso alla scelta dello splatter che dagli spettri : ecco, dunque, che la scena del suicidio di Eiji è un grande momento di originalità splatter, con tanto di braccio mozzato vendicativo! Norio Tsuruta dirige il tutto con garbo ed eleganza, raggiungendo il ridicolo solo nella risibile scena in cui il fantasma femminile cammina sulle acque! Ottima interpretazione di Ryo Ishibashi, che se nell’audace “Audition” di Miike era la vittima, un innocente uomo sottomesso da una donna crudele, in “Dream Cruise” è completamente l’opposto! Un uomo dai mille volti e dalle mille personalità. (7)

Retribution
Giappone, 2006. Di Kiyoshi Kurosawa. Con Koji Yakusho, Nanami Konishi, Ihara Tsushiyoshi. Genere: Horror. Durata: 108’
Un poliziotto indaga sull’omicidio di una donna vestita di rosso. Quando, però, sul corpo vengono scoperte le sue impronte digitali e un bottone del suo cappotto, comincia ad ossessionarsi dal fatto che avrebbe potuto ucciderla lui, e così diventa sospetto nella sua stessa indagine. A peggiorare la faccenda è anche l’ossessiva apparizione di uno spettro femminile vestito di rosso…che sia qualcosa legato al passato dell’uomo?
Il grande Kiyoshi Kurosawa, reduce di capolavori come “Cure” e “Pulse”, dirige questo horror per la saga “J-Horror Theater” (di cui fanno parte anche “Infection”, “Premonition”, “Reincarnation” e “Kaidan”) , riuscendo ad impreziosirla con un fascino da cinema d’autore, senza uscire dal circuito dell’horror. Kiyoshi Kurosawa è un vero e proprio maestro del cinema e lo si nota dalla prima inquadratura, sino all’ultima (lo spettacolare finale, degno di storia della settima arte.). una storia complessa, ma fascinosa rende questo prodotto molto interessante e il più riuscito della serie, compensato anche dalle ottime interpretazioni degli attori, tra cui spicca l’attore feticcio di Kurosawa: Koji Yakusho. (9.5)

Infection
Giappone, 2004. Di Masayuki Ochiai. Con Michiko Hada, Mari Hoshino, Tae Kimura, Yoko Maki, Kaho Minami. Genere: Horror. Durata: 99’. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
In un ospedale fatiscente, il numero dei pazienti continua ad aumentare, mentre il personale medico è ridotto allo strenuo. L’orrore comincia con il tentativo di nascondere un cadavere, morto per negligenza medica: il corpo, però, si smaterializza entrando nei conduttori dell’aria. Da quel momento una strana infezione prende origine e i medici cominciano a comportarsi in modo molto strano…
Incredibile, geniale lavoro del regista Masayuki Ochiai (reduce del capolavoro visivo “Hypnosis”), che da sfogo nuovamente alla sua originalità con un horror con le palle, ispirato chiaramente a “The Kingdom” di Lars Von Trier, ma che riesce ad essere unico nel suo genere.
Atmosfere claustrofobiche, lampade al neon intermittenti, sangue a fiumi. Infermiere impazzite, feticismo, follia estrema, splatter, scienza, orrore: elementi che dilagano in un film assolutamente da vedere, bagnato in una fotografia irreale ma incredibilmente inquietante! Attori volutamente catatonici e trovate veramente brillanti (lo specchio) confermano il genio di un regista da tenere d’occhio. Il colpo di scena finale è assolutamente riuscitissimo. Bello. (9)

Requiem- Il festival Dei Morti
Giappone, 2000. Di Tetsuo Shinohara . Con: Kyoko Fukada, Masaya Kato, Uchida Asashi. Genere: Thriller. Durata: 103’
Yuko è una giovane sceneggiatrice che, dopo aver scritto la pièce teatrale “L’angelo dagli occhi blu” si suicida gettandosi dal tetto del suo liceo. Poco dopo la tragedia, Yuki, in occasione dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di primavera, decide con la compagnia teatrale della scuola di mettere in scena proprio quella pièce, in memoria della suicida. Un’amica della ragazza intanto riesce a procurarsi un floppy disk appartenente a Yuko, ma prima di mostrarlo a Yuki viene investita da un’auto. Bizzarri omicidi continuano ad avvenire e Yuki, in compagnia del suo compagno di classe Kobayashi,comincia ad indagare…
Gradevole teen-thriller con un’emergente e giovanissima Kyoko Fukada: è un film che ruota intorno a freddi pianosequenza e ad una volteggiante e piroettante telecamra. Il regista dosa bene il suo talento e mette in scena una storia molto interessante e coinvolgente con un ottimo e inaspettato colpo di scena. Un’ottima opera, in cui è solo la resa dei conti a deludere, troppo tagliata sul cinema thriller occidentale. Finale Da love story. Un film di intrighi e misteri realizatto appositamente per il pubblico adolescente, ma che non deluderà gli spettatori adulti(7.5)

Isola- La Tredicesima Personalità
Giappone, 2000. Di Toshiyuki Mizutani. Con Yoshino Kimura, Yu Kurosawa,, Ken Ishiguro. Genere: Horror. Durata: 90’
1995. Un violento terremoto si abbatte su un isola del Giappone e causa una catastrofe. Yukari è una ragazza di Tokyo che si offre come volontaria per aiutare gli sfollati e che possiede il potere paranormale di leggere i pensieri della gente. È la dottoressa Nomura ad ospitarla a casa sua, dove Yukari incontra Chihiro, ragazza affidata a Nomura perché affetta da personalità multipla, di cui Isola è la peggiore e sanguinaria, in grado di costringere al suicidio volontario chiunque provi a sfidarla…
Film del terrore in cui si nota la presenza di Yu Kurosawa, nipote del noto regista Akira. È un film fondamentalmente deludente, però, nonostante la presenza dell’ospite illustre. Parte da un buono spunt originale e si perde in una trama troppo complessa e confusa per essere compresa appieno. Un’opera magistrale e di transizione che si basa solo su un paio di scentte splatter e sulle atmosfere oscure che sa creare. La regia è ben congedata, la recitazione ottima. Non ho apprezzato la fotografia sbiadita e spesso troppo scura. Così così. (5.5)

Death Train
Corea Del Sud, 2005. Di Kim Dong-Bin. Con Shin Yeong-Jang, Song II Gook, Lee Dong-Gyu. Genere: Horror. Durata: 90’
Al quindicesimo anniversario di una tragedia ferroviaria, il treno Ibiscus compie la sua ultima corsa. È anche il primo giorno lavorativo della giovane Mi-Sun, che vende le bibite ai passeggeri sul treno. Sarà lei ad avvertire strane presenze sul treno, quando sul mezzo si cominciano a seminare morti: una ragazza viene uccisa da una parrucca, una donna viene ritrovata morta nel bagno con la sigaretta accesa… ma non finisce qui l’orrore: una coppia di fidanzati continua ad avere apparizioni di fantasmi e un bambino catatonico continua a colorare di rosso i suoi disegni fatti in precedenza: un presagio di morte?
originale film horror coreano, che nonostante non raggiunga risultati eccelsi è comunque ammirevole: gradevole è soprattutto la buona prova degli attori, che recitano davvero bene e alla fotografia oscura e avvolgente, decisamente gradita. Anche la regia e gli effetti speciali non deludono e sono ben congedati e utilizzati. Delude un po’ con l’apparizione finale della solita donna-spettro con i capelli lunghi e corvini, ma “Death Train” si risolleva immediatamente con la risoluzione finale del mistero, sempliciotta ma riuscita. Una menzione speciale al finale e al doppiaggio italiano: davvero ben fatti. Carino (7)



Noroi
Giappone, 2005. Di Koji Shirashi. Con Marika Matsumoto, Masafumi Kobayashi, Maria Takagi. Genere: Horror. Durata: 116’
Masafumi Kobayashi è un giornalista che decide di realizzare un documentario sul paranormale: parte quindi da una casa in cui una casalinga sente rumori inquietanti dai vicini e comincia a tessere una storia che ha più sfaccettature e lati inquietanti di quanto sembri…fino a piombare nei riti folkloristici di un paesello del Giappone, dove si purificava la popolazione dal demone Kagutaba
QUESTO FILM è UN CAPOLAVORO! Forse IL capolavoro del genere horror, purtroppo sconosciuto ai più e non distribuito oltre i confini nipponici. Koji Shirashi crea una storia terrorizzante, ai limiti della paura e lo fa sulla scia di “Blair Witch Project”, mantenendo i nomi degli attori anche nel film, in modo da rendere tutto ancora più inquietante e realistico. Rumori, atmosfere, oscurità: nel film avviene il finimondo in una trama costruita con incredibile maestria, dove i pezzi di un puzzle complesso si incastrano incredibilmente l’uno con l’altro. È un film che fa paura! Nel vero senso del termine. Non cercate il peggior splatter americano per cagarvi in mano, prendete “Noroi” e non dormirete per tre notti di fila! E dire che nel film non compare neanche una goccia di sangue (10+)

Persona
Giappone, 2000. Di Takashi Komatsu. Con Chiyaki Kuriyama, Tetsuya Fujiwara. Genere: Thriller. Durata: 92’
Il ritorno improvviso di uno studente, un ragazzo beffeggiato dai compagni, che aveva deciso di abbandonare la scuola desta la curiosità di tutti perché quell’ingenuo è cambiato: è più sicuro di sé e indossa una maschera. Il giorno seguente, il numero di ragazzi che indossano la maschera aumenta vertiginosamente, fino a diventare una vera e propria moda, che incuriosirà anche uno stilista celebre. Una studentessa, che si invaghisce del giovane creatore delle maschere, cerca di scoprire l’origine di questa folle tendenza
Deludente teen-thriller sulla scia di “Requiem-Il Festival Dei Morti”, ma che non raggiunge l’intelligenza di quest’ultimo. Nonostante parta da un buono spunto (la scelta della maschera per perdere la propria identità in modo di essere meno debole) e nonostante un cast stellare con attori famosissimi quali una bellissima Chiyaki Kuriyama (“Battle Royale”, “Ju-On”, “Kill Bill”, “Shikoku”) e Tatsuya Fujiwara (“Battle Royale”, “Death Note”), il film è un prodotto deludente e modesto, che non decolla mai. Già lo spunto assurdo doveva essere trattato con un po’ di humor grottesco, o almeno con qualche spunto originale e inaspettato, ma il film è banalotto ,confuso, incomprensibile e addormenta. Peccato. (5)

Ikisudama- L’Ombra Dello Spirito
Giappone, 2001. Di Toshiharu Ikeda. Con Kozue Ayuse, Hyoei Enoki, Makiko Fujii. Genere: Horror. Durata: 118’
Primo Episodio: Ryoji è il classico figo sbruffone della scuola e le ragazze gli ronzano intorno come api attratte dal miele, ma il ragazzo è ossessionato da Asagi, una ragazza in grado di sdoppiarsi ed essere in due luoghi contemporaneamente. Lei ama così fortemente il ragazzo da uccidere tutte le ragazze che lo frequentano…
Secondo Episodio: Naoko Nakada si è appena trasferita con la famiglia in un nuovo appartamento. Per qualche strana ragione, però, in ogni appartamento del condominio il cui numero postale termina in 05 avvengono delle morti. Naoko è terrorizzata perché sa che la prossima casa ad essere colpita dalla maledizione…è la sua

Toshiharu Ikeda, creatore della folle e altalenante trilogia horror-splatter “Evil Dead Trap”, ritorna dietro alla cinepresa per realizzare inaspettatamente un teen-horror! ESATTO! Un teen-horror! che il regista abbia bisogno di soldi per mantenersi e realizza film su commissione? Può essere. “Ikisudama” è un film realizzato esclusivamente come pubblicità per un duo di cantanti molto famosi in Giappone, ma nonostante il secondo fine pubblicitario è un film non poi così malvagio. Ikeda mostra ancora il suo talento visivo e non rinuncia ad uno splatter-trash degno del peggior Argento. La prima storia è già vista, rivista, stravista sotto il punto narrativo e nonostante abbia dei momenti risibili, è abbastanza piacevole. La seconda ha uno spunto già più originale, ma il fatto che alla fine non si scopra nulla e che tutto avviene così per caso lascia sullo spettatore un’espressione basita. Film con alti e bassi. (6)

Ab-Normal Beauty
Hong Kong, 2004. Di Oxide Pang. Con Ekin Cheng, Michelle Mee, Rosanne Wong, Anson Leung, Race Wong. Genere: Horror. Durata: 101’
Jiney è una pittrice-fotografa. Il giorno in cui assiste ad un incidente stradale comincia a sviluppare un’insana passione per la morte, scattando foto ad animali morti e suicidi. Quando è sull’orlo della pazzia, riesce a guarire grazie all’aiuto dell’amica Jasmine.
Ma quando tutto sembra essere tornato alla normalità ecco che Jiney comincia a ricevere foto macabre e video snuff di ragazze uccise da un persecutore misterioso

I Pang si dividono e Oxide continua per la sua strade e lo fa girando un film sperimentale, che punta più su regia e fotografia che su trama, quella proprio fragile fragile. Invenzioni visive, registiche, artistiche per un film spaccato a metà in due storie difficilmente collegabili tra loro. Cinefilia, fotografia, arte: passioni che si fondono in un film che meritava una cura in più dal punto di vista della sceneggiatura. Recitazione buona, ma non sempre credibile. Di sicuro, però, uno dei migliori film firmati “Pang”. Se siete inguaribili del cinema asiatico dell’horror lasciate perdere quella cacchina “The Eye 2” e piuttosto procuratevi questo “Ab-Normal Beauty”, dove Oxide vi terrà incollato ad immagini mozzafiato e ad una protagonista molto ben fornita. (7)

Cello
Corea Del Sud, 2005. Di Lee Woo-Cheol. Con Jeong Ho-bin, Park Da-an, Seong Hyeon-a. Genere: Horror. Durata: 88’. Vietato Ai Minori Di 14 Anni.
Hong Mi Ju è una dotata violoncellista che insegna ad un conservatorio di Seoul. L’orrore inizia quando si scontra con una sua ex alunna che la attacca e la perseguita con sms inquietanti. La cognata della donna, intanto, comincia ad ossessionarsi al fidanzato, che si trova negli Stati Uniti e, quando viene mollata, impazzisce fino al suicidio. La figlia maggiore di Hong Mi Ju, muta, comincia a comportarsi in modo strano. Infine, scopre, che la governante ha tentato il suicidio ingerendo dell’acido…
L’horror coreano ai massimi livelli. È tanta la passione che i coreani mettono nel girare i loro film di paura, e lo si nota immediatamente da questo “Cello”: fotografia accesissima ed elegante, splatter che non manca, spettro femminile questa volta molto sexy…elementi che fanno cardine in una storia davvero riuscita ed inquietante, sebbene qualche banalismo di troppo. Scava nell’inconscio umano, nell’orrore che si nasconde nella competizione. Proprio carino. Bravissima la piccola attrice che impersona la figlia minore, un po’ meno quella che interpreta la figlia maggiore: noiosa e irritante. (7)




Dead Friend
Corea Del Sud, 2004. Di Kim Tae-Kyeong. Con Kim Ha-Neul, Nam Sang-mi, Bin, Shin Yi, Jeon Hie-ju, Lee Yun-ji, Choi Ran, Gi Ju-bong, Kim Hae-suk, Ryu Jin. Genere: Horror. Durata: 100’
Ji-Won è un’appassionata di nuoto e ha un passato che non riesce a ricordare. Quando due sue ex amiche di liceo muoiono e comincia a vedere continuamente un fantasma dalle fattezze femminili, la giovane scopre che las risoluzione del mistero è sepolta proprio in quei ricordi dimenticati e decide di indagare sul suo stesso passato, ma la verità è un’altra…
Incredibile horror coreano, forse uno dei migliori insieme a “Sorum” e “Two Sisters” della Corea Del Sud. Il film è una storia a scatole cinesi, che si incastrano fino a mostrare una risoluzione finale ai limiti dell’inverosimile: colpi di scena uno dietro l’altro, salti dalla sedia a go-go. Un film bellissimo che fa paura, ma che sa anche sorprendere per l’incredibile cura della struttura della trama. Angoscia, terrore, ansia, sorprese: un film incredibile che si snoda in più sfaccettature tutte da scoprire. Un film che deve essere riscoperto e distribuito anche in Italia, anziché scegliere per i brutti “The Park”. Questo è un vero e proprio film del terrore con le palle, da vedere la sera, al buio, da soli. (10)

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