domenica 15 marzo 2009

La Saga "Ju-On"




Katasumi/ 4444444444
(Cortometraggi)
Giappone, 1998. Di Takashi Shimizu. Con Takako Fuji, Ayako Omura, Kanna Kashima, Kazushi Ando, Daiki Sawada. Genere: Cortometraggi- Horror. Durata: 3’ (cadauno)
Katasumi: Due ragazze che stanno dando da mangiare ai conigli della scuola, vengono sorprese dalla presenza di una donna-spettro che trasforma in zombie una delle due.
4444444444: Un ragazzo trova un cellulare per terra che continua a squillare. Risponde alla chiamata, ma sente solo miagolii di gatti. Si volta e vede un bambino, Toshio, che vomita una sostanza nera

Due i cortometraggi introduttivi, che ispireranno i due episodi televisivi di Ju-On (soprattutto il primo): non c’è spiegazione nella trama, niente negli eventi. Questi due piccoli film sono solo pretesti per fare arte e per mostrare il talento di uno Shimizu che è in grado di creare le atmosfere giuste al momento giusto. Il secondo episodio si tinge soprattutto di commedia, il primo, più incline all’horror è tutta via meno riuscito del suo piccolo collega. (7.5). (8)

Ju-On: The Curse
Giappone, 2000. Di Takashi Shimizu. Con Chiyaki Kuriyama, Yurei Yanagi, Takako Fuji, Takashi Matsuyama, Hitomi Miwa. Genere: Horror. Durata: 70’
Una casa nella periferia di Tokyo, che fu teatro di un omicidio, uccide chiunque ne metta piede. Le vittime predestinate sono il professore Kobayashi, che va a far visita a Toshio, uno studente troppo assente, una famiglia appena trasferita nella casa macabra (tra cui anche la fidanzata del figlio maggiore). Intanto Kyoko, una donna con poteri soprannaturali, riceve la richiesta del fratello immobiliare di controllare la casa del terrore, che sembra non attiri i clienti…
Il debutto di Takashi Shimizu nel campo del lungometraggio (uscito in homevideo), mostra già un talento visivo non indifferente. È un film breve, scandito, come il successivo film e la versione cinematografica, in episodi, caratterizzato dai classici schock visivi di Shimizu, che adatta bene al suo estro creativo. Incredibilmente c’è il sangue, elemento che non farà di certo parte della versione cinematografica di “Ju-On”. Un buon film, un piccolo cult che merita di essere rivisto. Con “Ju-On: The Curse 2” è presente doppiato in italiano all’edizione speciale due dischi di “Ju-On: The Grudge” (8.5)

Ju-On: The Curse 2
Giappone, 2000. Di Takashi Shimizu. Con Takako Fuji, Taro Suwa, Takashi Matsuyama, Ryota Koyama, Yuuko Daike, Kaori Fuji. Genere: Horror. Durata: 76’
La maledizione si concentra sulla Kyoko del primo film e sulla sua famiglia. Una nuova famiglia va a vivere nella casa maledetta: una coppia sposata, di cui la moglie verrà posseduta dallo spirito di Kayako e ucciderà il marito. Il fratello di Kyoko scopre che si è trasferito con il figlio in un appartamento maledetto, sotto consiglio della sorella, i tre si trasferiscono dai genitori. Ma ben presto un’ondata di follia e orrore colpirà tutti loro…
Interessante sequel uscito anch’esso in homevideo, dove Takashi Shimizu riproduce fedelmente e integralmente gli episodi di Kyoko (allungato rispetto a quello del precedente film) e di Kobayashi, episodi che seppur già visti, servono alla completa comprensione di questo secondo film e quindi necessari per tutti coloro che non hanno visto il primo “Ju-On”. La trama è molto più lineare del precedente “Ju-On” e possiede le carte in regola per divenire un piccolo cult del cinema d’orrore. Oltre ai soliti flash-visivi, alle sfasature temporali e a scene completamente interpretabili, Shimizu offre più dettagli riguardanti l’omicidio incriminante: quello di una follia gelosa che spinse Takeo ad uccidere la moglie Kayako. Indimenticabile la scena della scuola, dove lo spirito di Kayako si sdoppia, si triplica, fino a diventare infinito: una delle più spaventose sequenze mai realizzate nell’intera saga “Ju-On” (9)

Rancore/ Ju-On: The Grudge
Giappone, 2003. Di Takashi Shimizu. Con Megumi Okina, Misaki Ito, Yui Ichikawa, Kanji Tsuda. Genere: Horror. Durata: 95’
Rika è una volontaria per il sociale a cui viene offerto il compito di fare da badante ad una signora anziana catatonica, i cui figli (proprietari della casa) sono apparentemente usciti. Rika avverte immediatamente delle strane presenze nella casa e, alla vista, di uno spettro sviene. Viene soccorsa e mandata in ospedale, mentre la polizia trova nella soffitta dell’abitazione i cadaveri dei due figli della donna catatonica, morta anch’ella…qual è la maledizione che regna in una casa che appare così normale?
Film cult. Trasposizione cinematografica di “Ju-On: the curse”, che insieme al seguito diventò un piccolo cult tra i videoamatori e gli amanti dell’horror. Questo “Rancore” (come è stato tradotto per l’italia) è forse, insieme a “Ring”, il più famoso horror della tradizione orientale. Un film con una trama semplicissima, ma resa complessa da un Takashi Shimizu al limite della follia, che sfasa letteralmente la normale successione cronologica, passando da passato a futuro, a presente con una soluzione praticamente illogica. Resta allo spettatore comporre tuttti i pezzi di un puzzle mistico e difficilmente comprensibile. Quando l’horror diventa terribilmente psicologico: è uno di quei film che è impossibile capire se non ci si concentra al massimo, contrariamente al brutto remake nippoamericano assolutamente da evitare. Gli ultimi dieci minuti del film sono da antologia del cinema. Superlativi. (8)

Ju-On: The Grudge 2
Giappone, 2003. Di Takashi Shimizu. Con Noriko Sakai, Yui Ichikawa, Kei Hoire, Shingo Katsurayama. Genere: Horror. Durata: 92’.
Kyoko Harase è una famosa attrice di film horror, prossima al matrimonio e incinta. Dopo essere stata invitata in uno show televisivo sul paranormale, che prendeva in esame una casa maledetta che sembra uccidere chiunque ne metta piede, nota che tutti i componenti dello staff del programma stanno morendo…
Il miglior sequel che Takashi Miike avesse potuto creare: un film ancora più riuscito del primo. Più lineare dal punto di vista narrativo, ma non meno folle, ricco di elementi inquietanti e più violenza del precedente, che si basava quasi solo sulle atmosfere agghiaccianti. Qui ci sono impiccagioni, sangue…di tutto di più in un sequel che mette alla prova un qualsiasi fan della saga. Molti hanno detto che Shimizu fa lo stesso film da anni, è vero, ma è sempre più creativo e geniale. Perderà colpi solo con i due remake di “The Grudge”. (8.5)

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