domenica 15 marzo 2009
La Saga "The Call"
The Call- Non Rispondere
Giappone, 2003. Di Takashi Miike. Con Kou Shibasaki, Kazue Fukiishi, Atsushi Ida, Renji Ishibashi, Goro Kishitani, Matsushige Yutaka. Genere: Horror
Yoko, L’amica di Yumi riceve al cellulare una strana chiamata al telefonino con un’ignota suoneria: a chiamarla è il suo stesso numero ed è la sua stessa sua voce dall’altro lato del telefono e si lascia andare in un lancinante urlo: la chiamata viene da due giorni nel futuro. Le due sono spaventate e, due giorni dopo Yoko muore davvero. Yumi capisce che non è affatto uno scherzo quando si moltiplicano le chiamate assassine, in una sorta di catena da rubrica a rubrica: ogni cadavere possiede una caramella rossa sotto la lingua. Yumi sa che la prossima potrebbe essere lei e indaga con un poliziotto, che ha perso la sorella proprio a causa di una di queste chiamate, prima che sia troppo tardi…
Stupidamente sottovalutato dai più e definita un’opera manieristica, “The Call” è un vero e proprio capolavoro del genere horror. Le critiche sono dovute, sicuramente al regista: Takashi Miike, uno dei maestri del cinema giapponese estremo, che nel girare un film lineare e poco bizzarro sembra aver scatenato le ire dei fans. Ma “The Call” non è affatto pessimo: fosse stato realizzato da un cretino qualunque avrebbe ricevuto gli elogi che meriterebbe. Le inquadrature, le atmosfere oscure, la recitazione magistrale rendono bellissimo questo avvincente horror, da non perdere, che affonda nei traumi infantili che si trasformano in orrore, ma è soprattutto quel finale criptico e poetico: una caramella passata con un semplice e sfuggente bacio, sotto le nuvole, mentre la dolce Yumi stringe un coltellaccio tra le mani dietro la schiena, nascondendolo con un sorriso a trentadue denti a stupire. Sublime. Immancabile per gli amanti dell’horror e del cinema in generale. (10)
The Call 2
Giappone, 2005. Di Renpei Tsukamoto. Con Asaka Seto, Renji Ishibashi, Peter Ho. Genere: Horror
Giappone. Tornano le chiamate assassine: prima un cuoco di un ristorante, poi l’amica di un’insegnante dell’asilo muoiono misteriosamente. I sopravvissuti e i testimoni cercano di scoprire il mistero, e grazie ad alcuni indizi scoprono che tutto parte da Taiwan, dove una bambina con il potere di prevedere la morte degli altri è stata uccisa barbaramente dagli abitanti del luogo e rinchiusa in una miniera con la bocca cucita…
Tanto bello era il primo capitolo quanto scialbo e privo di carattere è il secondo: cerca di stupire in maniera efferata, stravolgendo la trama sino all’inverosimile, eliminando l’indimenticale Mimiko (il fantasma del primo film), le caramelle rosse a favore del carbone (!), cambiando persino il luogo della maledizione dal Giappone a Taiwan! Tutti questi cambiamenti, però, soffocano l’immagine terrificante del primo film e ne esce un’opera bruttina, che non riesce a non cadere nel manierismo più assurdo: fa veramente cadere le braccia la scelta del pozzo, ormai un cliché del cinema giapponese horror con “The Ring”. Terribile la recitazione. Rimandato. (5.5)
The Call 3: Final
Giappone/Corea Del Sud, 2006. Di Manabu Asou. Con Maki Horikita, Itsuji Itao. Genere: Horror
In un liceo giapponese si avvicina la tanta sperata gita scolastica. La destinazione? Corea! Tutti i ragazzi sono eccitati: sono presenti tutti, tranne una ragazza che si è impiccata diverso tempo prima e un’altra, che è presa in giro continuamente. All’improvviso, sui cellulari di alcuni ragazzi appare uno strano msn: “inoltra o muori”: scegli un numero della tua rubrica, gli mandi lo stesso messaggio: chi lo riceve muore automaticamente, chi lo ignora muore. E la gita si trasforma in un incubo… è forse tutta opera di quella strana ragazza soggetta a scherzi che è entrata in contatto con il fantasma della studentessa suicida?
Anche il terzo capitolo della saga non regge il passo con il primo, insuperabile capitolo e per certi versi è persino peggio del 2. si apprezza comunque un tentativo di rendere la trama interessante, cambiandone la natura senza sconvolgerla: ritorna Mimiko (che anziché bianca è verdognola!), ritornano le caramelle ed è presente un buon colpo di scena che smentisce tutto ciò che si è visto nella prima ora del film, non mancano nemmeno delel buone idee splatter che rendono il film originale e bizzarro. Manca, purtroppo il mordente e il metodo in cui viene ucciso lo spirito di Mimiko è ridicolo e fa cascare le braccia. Diverse uccisioni sono altamente stupide (morireste mai impiccati da un palo della luce stregato? Mmmh…non direi). (5)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento