sabato 2 maggio 2009

sabato 11 aprile 2009

martedì 7 aprile 2009

"Susuk" Di Naeim Ghalili, Amir Muhammad


Susuk
Malesia, 2008. Di Naeim Ghalili, Amir Muhammad. Con Yasmin Ahmad, Sofia Jane, Ramona Rahman, Ida Nerina, Diana Rafar, Hairie Othman. Genere: Horror. Durata: 120’.

Soraya è una infermiera che vorrebbe diventare famosa e si sottopone ad un trattamento di bellezza, chiamato Susuk. Nello stesso tempo una cantante di nome Suzana pratica magia nera per manipolare il susuk e ad ogni infrazione scatta una morte, finchè gli omicidi di un fantasma vendicativo si moltiplicano sempre più…

Dopo l’interessante ma non troppo riuscito “Chermin”, la Malesia torna nel campo dell’horror con questo “Susuk”: fascinoso e raffinato film horror che indaga il potere della bellezza femminile vista come maledizione. Nulla di originale, vero? E vi sbagliate! “Susuk”, nonostante la presenza di un fantasma capellone, non è la classica ghost-story, ma forse non è nemmeno una ghost-story: qui l’orrore nasce dal suggerimento, dalla paura interiore di invecchiare o di trasformarsi. “Susuk” affronta il disagio di donne e uomini che vedono le proprie ambizioni sotterrate dall’aspetto fisico. La messa in scena del film è senza dubbio inquietante, ma al contempo incredibilmente raffinata. La fotografia satura e brillante è un altro punto in più per un film interessante e coinvolgente, che ha solo nella sceneggiatura la propria pecca: più la storia scorre e più diventa complessa, così complessa da perdere più di una volta il filo del discorso. E il finale diventa quasi incomprensibile, seppur realizzato ottimamente e partito da un ottima idea. In fin dei conti, però, “Susuk” è un ottimo film, che dimostra che ormai qualsiasi paese del Sud Est Asiatico è in grado di mettere in scena la propria visione d’orrore, magari facendo ricorso a qualche credenza folkloristica: se in Thailandia il chiodo fisso è il coffin, ovvero la bara dei morti (che appare nell’orrido “Seven Days In A Coffin” e in “The Coffin”, che devo ancora visionare), in Malesia c’è il trattamento di bellezza o lo specchio (come accadeva in “Chermin”): l’aspetto fisico, quindi. L’orrore nascosto dentro di noi.

EROTISMO 1/5 Niente sesso esplicito, ma vi è comunque una folla di gran belle ragazze, alcune di loro nude in una vasca di fiori galleggianti :O
VIOLENZA 2/5 Sangue presente, anche se in numero piuttosto esiguo. Qualche scena disturbante e una decapitazione con realativo corpo restante buttato dal balcone.
HUMOR 0/5 No.
SENTIMENTO 0/5 è un horror, non aspettatevi sentimentalismi
ORIGINALITA’ 4/5 decisamente originale, anche se non manca il fantasma capellone. Raffinato e suggestivo nella realizzazione

IL MIO VOTO: 7

"Dolls" Di Takeshi Kitano



Dolls
Giappone, 2002. Di Takeshi Kitano. Con Miho Kanno, Kyoko Fukada, Hidetoshi Nishijima, Tatsuya Mihashi, Chieko Matsubara. Genere: Drammatico. Durata: 118’
Tre storie d’amore si intrecciano tra di loro: Un giovane è innamorato di Sawaka, la sua fidanzata, ma è spronato dalla famiglia a sposare una donna ricca per acquistarsi un degno futuro. Il ragazzo decide di rispettare le decisioni dei genitori, ma Sawaka, disperata, tenta il suicido e impazzisce. Il suo innamorato, deciderà di fuggire con lei.
Uno Yakuza non dimentica una storia di amore passato, quando lasciò la sua ragazza per dedicarsi alla mafia. La donna, da quel giorno cominciò a preparare il pranzo ogni sabato per il suo amato e ad aspettarlo nel parco pubblico dove si erano innamorati…
Una famosa popstar subisce un incidente automobilistico e perde un occhio. Terrorizzata dall’idea di non piacere più ai suoi fans a causa del suo nuovo aspetto, sparisce dalle scene. Un suo fan, però, decide di accecarsi per farle capire di essere davvero innamorato di lei, che ora passa gran parte delle giornate sulla spiaggia, in silenzio


Takeshi Kitano è uno dei più noti registi giapponesi (nonché pittore, autore ecc.), partito da polizieschi bruttini, fino a concludere con assurdi e grotteschi film cubisti, ha sfornato, però, diversi indimenticabili capolavori: basti pensare a “L’Estate Di Kikujiro”, “Hana-Bi” e soprattutto “Dolls”: una bellissima tavolozza di colori trasformata in pellicola. “Dolls” dimentica completamente gli stilemi di Kitano, diviso tra poliziesco e comicità assurda: qui regna il silenzio, attraverso inquadrature seducenti e dolenti, attraverso la splendida recitazione di una Miho Kanno che non spende neanche una parola, attraverso i fiori, la prima vera e una corda rossa che lega le tre storie d’amore con incredibile bellezza. “DOlls” è il film più autoriale di Kitano, nonché un capolavoro e uno dei più grandi film mai realizzati in oriente: vivido, cristallino e a suo modo straziante, ma non privo di speranza. Finale, fotografia e colonna sonora da Oscar. Imperdibile.

LA SCENA INDIMENTICABILE: Il finale. Le ambientazioni. Ma il film stesso è una vera e propria scena indimenticabile.

EROTISMO 0/5 No.
VIOLENZA 1/5 Solo dei corpi morti, in un ascensore. Causa: Yakuza.
HUMOR 0/5 No.
SENTIMENTO 5/5 Tre stupende storie d’amore prive di sciocchi banalismi.
ORIGINALITA’ 5/5 Bellissimo e dalla grande originalità

IL MIO VOTO: 10+

lunedì 30 marzo 2009

"Bunshinsaba" Di Ahn Byeong-Ki

Bunshinsaba
Corea Del Sud, 2004. Di Ahn Byeong-Ki. Con Kim Kyu-li, Lee Se-eun, Lee Yu-ri, Choi Seong-min, Choi Jeong-yun. Genere: Horror. Durata: 94’
Tre ragazze, vessate dalle crudeli compagne di scuola, decidono di mettere in scena una seduta spiritica per invocare uno spirito vendicativo che possa punire le loro carnefici. Questo spirito vendicativo è quello di una ragazza morta trent’anni prima che frequentava proprio la scuola delle tre ragazze. La situazione però, sfugge loro di mano, è una delle tre comincia ad essere sospettata delle inquietanti morti che iniziano ad aver luogo nel liceo: le ragazze più cool e bulle cominciano a morire una dietro l’altra, dandosi fuoco. Qual è il segreto che regna in questa strana maledizione?

Dopo l’ottimo “Phone”, che ha letteralmente sbaragliato i botteghini di mezzo mondo, il buon Ahn ritenta in meno di un anno con un altro buon horror: “Bunshinsaba”. Un film che tenta di distaccarsi dal topos orientale senza riuscirci (donne capellute onnipresente), ma che è sicuramente ben realizzato, con una buona storia, una splendida fotografia e qualche macabro trucco splatter (la scena dell’accoltellamento finale è agghiacciante).

La recitazione a tratti lascia desiderare, ma l’estro visivo del regista è tangibile e presente. Ed è proprio grazie al suo ingegno che gli spaventi sono parecchi: non mancano scene che fanno sobbalzare dalla sedia, suicidi e omicidi macabri e inquietanti e belle ragazze (sì, lo so…è la prima cosa che ho notato di questo film xD). Un horror dopotutto buono, che rischia solo nel lungo finale, dove la storia si fa fin troppo confusa, ma che non deve essere ricordato come il miglior prodotto horror dall’Oriente. Per appassionati. (6+)

"Nightmare" Di Ahn Byeong-Ki


Nightmare
Corea Del Sud, 2000. Di Ahn Byeong-Ki. Con Kim Gyu-ri, Ha Ji-won, Choi Jeong-yun, Yu Ji-tae, Yu Jun-Sang, Jeong Jun, Jo Hye-yeong. Genere: Horror. Durata: 88’
Una ragazza riceve una chiamata da una sua ex compagna del liceo, la quale le dice di essere perseguitata da una presenza che afferma di volerla uccidere. E ben presto le due e tutti i loro amici vengono perseguitati da uno spirito vendicativo suicida. Che legami ha con loro? Quale la nascita del suo rancore?
Il debutto di Ahn Byeong-Ki, finora l’unico (forse) regista coreano di soli film horror. fortunatamente, questo regista di incubi saprà rifarsi con film successivi (“Phone” su tutti: sebbene sottovalutato, è sicuramente il punto più alto della filmografia, nonché un ottimo film), perché questo “Nightmare” è davvero pessimo. Un filmetto teen-horror che rubacchia da qualche anonimo slasher americano, con anche citazioni più o meno visibili da “Scream”, trasformando le idee nella solita ghost story orientale. Il risultato che ne salta fuori è un’opera insulsa, che viaggia con quaranta minuti di iniziale noia e altri quaranta di splatter e sangue a go-go, la parte più riuscita ovviamente, ma che non riesce ad innalzare un film che latita da qualsivoglia direzione, senza perché. E alla fine persino la trama stupidissima, diventa incomprensibile. Zzzzz…. (3)

domenica 29 marzo 2009

"Cinderella" Di Bong Man-Dae

Cinderella
Corea Del Sud, 2006. Di Bong Man-Dae. Con Ahn Ah-yung, Ahn Gyu-ryun, Jeon So-min, Shin Se-Kyeong, To Ji-Won, Yu Da-in. Genere: Horror. Durata: 94’

Kyun-Su è una ragazza come tante altre. Durante le vacanze estive non fa che uscire con le amiche e frequentare svogliatamente un corso estivo di arte. L’incubo inizia quando le sue amiche decidono di farsi fare dei ritocchi di chirurgia estetica, approfittando del fatto che la madre di Kyun-Su è un chirurgo professionista. Ma dopo le operazioni le ragazze cominciano ad avere incubi terrificanti e via via muoiono, cercando di tagliarsi via la faccia. Kyun-Su, spaventata, decide di scoprire l’incubo che si cela dietro a queste morti e, scendendo in cantina trova la foto di un volto carbonizzato. Perché la madre non conserva alcuna foto della ragazza di quando era piccola? Perché tutta questa sua ossessione per la bellezza? Qual è l’orribile tragedia e i tremendi segreti che la madre nasconde? L’incubo ha inizio

Nella vera e propria esplosione di horror asiatici che in questi anni affollano il mercato con una potenza inverosimile spicca questa piccola operetta horror chiamata “Cinderella” (titolo un po’ inverosimile, visto che non c’è alcuna somiglianza con l’omonima fiaba), un film horror che seppur richiamando all’attenzione diverse citazioni ad altri horror asiatici, stupisce per una grande cura nei particolari e nella sceneggiatura, sempre fredda e agghiacciante, con diverse scene da salto dalla sedia e particolari inquietanti. Tremendamente riuscita la scena delle ragazze che si tagliuzzano a vicenda con uno scalpello, elencando le loro parti del corpo che meno gradiscono, mentre il sangue che cola dai loro volti cade sulle loro gambe a fiotti. Buone anche le atmosferee, sempre terrificanti e oscure (soprattutto in quella cantina degli orrori). Pecca un po’ sul finale, quando anziché chiarire, la storia confonde in un momento in cui tutti i colpi di scena si erano slegati alla perfezione. Comunque consigliato.

CITAZIONI: “Bisogna Soffrire per essere belle”
“Riesco a sentire il tuo cuore attraverso le tue mani”
“Promettimi che mi farai un viso migliore. Voglio essere bella”

LA SCENA INDIMENTICABILE: Le due ragazze che si tagliuzzano a vicenda nella stanza dell’arte, con uno scalpello. Agghiacciante.

EROTISMO 0/5 No.
VIOLENZA 3/5 Due ragazze che si tagliuzzano a vicenda. Un impiccagione. Volti letteralmente strappati via. Una bambina carbonizzata.
HUMOR 1/5 Solo una battuta gioiosa ad inizio film
- Voglio rifarmi il naso
- Comincerò con un’incisione qui, ma se l’operazione finirà male potresti essere sfigurata per sempre.
- O_O Allora mi rifaccio gli occhi
SENTIMENTO 1/5 Giusto un po’ di amore materno
ORIGINALITA’ 3/5 Media. Il film è purtroppo debitore di miliardi di altre pellicole horror orientali (“Two Sisters” su tutti, ma anche “Ring”), anche se possiede diverse scene geniali (le due ragazze che si tagliuzzano a vicenda) e una buona dose di colpi di scena.



IL MIO VOTO: 7.5